martedì 12 marzo 2013 | By: Unknown

Hybrid - novità Giunti.







HYBRID - QUEL CHE RESTA DI ME

Kat Zhang

Giunti Y
in libreria dal 6 marzo

 «Problemi di identità ed etica: un’idea originale e provocatoria.»
Publishers Weekly



UN ESTRATTO DAL LIBRO:

Io e Addie siamo nate nello stesso corpo. Le dita spettrali delle nostre anime erano strettamente intrecciate prima ancora che cominciassimo a respirare. I primi anni insieme sono stati anche i più felici. Poi sono cominciate le preoccupazioni, le labbra strette dei nostri genitori, le fronti corrugate delle insegnanti della scuola materna, le domande che tutti pronunciavano a mezza voce quando pensavano che non stessimo ascoltando.
«Perché non cominciano a stabilizzarsi?»

TRAMA:

  In un mondo alternativo, ogni persona nasce con due diverse personalità, due anime. Con il passare del tempo, in modo naturale, l’anima dominante prende il sopravvento e quella recessiva viene dimenticata, scompare come un amico immaginario che ci ha tenuto compagnia solo nell’infanzia. Il sopravvivere delle due anime dopo la pubertà è illegale e visto dalla società come un’aberrazione da correggere.
Ma in Addie, nonostante i suoi sedici anni, è ancora presente Eva, la sua seconda anima. Rannicchiata nella mente di Addie, Eva interagisce con l’altra parte di sé: come due vere sorelle si amano, si proteggono, ma possono diventare anche gelose l’una dell’altra.
Nonostante tutti i tentativi per difendere e nascondere l’esistenza della debole Eva, il segreto di Addie viene scoperto.

per saperne di più...

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siete curiosi? io sì, tantissimo :)


Il figlio - Recensione.



Claire, quattordici anni, è diventata una Partoriente. Stesa su di un lettino, bendata, dà alla luce il suo bambino tra violente fitte di dolore, subito placate dalle medicine miracolose delle quali la sua Comunità dispone. Poi, il bambino le viene portato via. E' così che funziona, nelle Comunità: non esistono figli ma solamente prodotti, "ordinati" come merce ad una Partoriente e destinati poi alla famiglia che ne ha fatto richiesta. Il bambino di Claire, tuttavia, si rivela speciale sin dall'inizio: i suoi occhi - di un insolito e intenso blu - guardano tutto con una curiosità e una vivacità fuori dal comune e, ogni notte, mentre tutti gli altri "prodotti" dormono nelle loro culle, la voce del piccolo vola alta tra le mura dell'ospedale, svegliando chiunque tenti di riposare. Da subito, dunque, il figlio di Claire diventa un problema. Un problema da eliminare, perché destabilizza l'equilibrio perfetto della Comunità. Un problema da uccidere. E' Jonas - il Jonas di The Giver, primo volume della trilogia - a portare in salvo il bambino attraversando il fiume che separa la Comunità dall'Altrove e fuggendo insieme a lui.
Tempo dopo, anche Claire fugge, imbarcandosi su una nave - proveniente dall'Altrove - che era solita rifornire di provviste la Comunità. Durante il viaggio in mare, però, la nave fa naufragio, la donna viene salvata per miracolo e il trauma le cancella la memoria. Di suo figlio - di quel figlio che ha lottato per ritrovare - non ricorda nulla. Resta soltanto il senso di una mancanza e il folle desiderio di rincontrare ciò che non ricorda di aver perso.

E' una poesia, quest'ultimo capitolo della saga distopica di Lois Lowry. I personaggi e le storie dei tre volumi precedenti si riuniscono qui in un unicum che spiega molte cose, chiarisce i punti rimasti in sospeso e dà un senso (morale, soprattutto) all'intera vicenda. Mi piace molto l'idea di collocare questi piccoli mondi - la Comunità, il Villaggio, la cittadina di pescatori dove vive Alys - in un luogo fuori dal tempo e dallo spazio: in tal modo, è come se l'autrice dichiarasse che tutto ciò che è raccontato, tutti gli orrori - ma anche le gioie - che si verificano in quei luoghi, possono avvenire ovunque, in qualunque momento. Questo quarto volume mi è sembrato un po' più lento, ma anche più poetico e delicato, dei precedenti. L'amore materno la fa da padrone, governa la storia e ne tira le somme e - cosa meravigliosa - la Lowry racconta quest'amore attraverso la sua assenza. Sia Claire che Gabe (suo figlio) amano ardentemente una grande mancanza - il figlio per l'una, la madre per l'altro. Ecco, bisogna essere nella giusta disposizione d'animo per leggere questo libro. Prendetevi il vostro tempo e entrate - "immedesimatevi", come fa Gabe - nei personaggi. Vivete questa storia, perché merita e perché ha moltissimo da dire - da dare.
domenica 3 marzo 2013 | By: Unknown

a short poem from a sunny day


Divertendo - ci
invertiamo posti
nel mondo - l'onda
ci coglierà le
mani domani ma
resta
ch'è presto,
abbiamo storie
da dire da dare
per rallentare
il tardi o, peggio,
il non più
presto.

(3/03/2013)

venerdì 1 marzo 2013 | By: Unknown

Top 10 - Febbraio 2013


Febbraio è il mese più corto dell'anno e quando va via ti lascia una sensazione strana, come di fretta (sarà per tutti gli esami che mi aspettano...bah). ecco a voi la mia personalissima lista delle 10 cose migliori che questo febbraio mi ha portato.


  1. Les Misérables di Tom Hooper

Indubbiamente uno dei film più emozionanti che io abbia mai visto, non poteva non entrare nella mia top 10 del mese. Io e i colleghi Prudenti abbiamo dedicato tre puntate (e la quarta è in arrivo) al capolavoro di Hooper: qui 







       2. Noi siamo infinito di Stephen Chbosky

che fossi una fan sfegatata di Chbosky si sapeva, e dunque perché non parlare di Noi siamo infinito? splendido film visto al cinema il giorno prima dell'influenza (mi stava aspettando, il General Patton, dietro la collina...), è al secondo posto nella mia top ten di febbraio. 
p.s. mica tanto bella, 'sta Watson...


      3. Purple rain dei Prince



Conoscete questo album, sì? dovete conoscerlo per forza. 1984. Prince and The Revolution. Ho sottolineato pagine e pagine di letteratura latina, con questo cd in sottofondo. E ho ballato col gatto per tutto il soggiorno (ma ero sola in casa).








         4. La marmellata di prugne

mia madre è la maga della marmellata di prugne, nonché la maga della decorazione dei vasetti di marmellata di prugne. Aprire uno di quei vasetti quand'è febbraio e fuori fa freddo è l'unico modo per sentire il profumo dell'estate - di tutte le estati, da quand'ero bambina sino ad ora. 







     
5. L'influenza

vi sembrerà molto strano, eppure beccare l'influenza dopo dieci anni di astinenza è stato...oh beh...bellissimo. Poter poltrire ore ed ore nel letto, trascorrere il pomeriggio guardando How I met your mother e vedere la tua mammina che ogni tanto entra in camera e chiede alla sua bimba come si sente. Bello, bello. Certo, da non ripetere troppo spesso. Da usare con moderazione, ecco.





   6. La settima stagione di Una mamma per amica

febbraio è stato anche il mese in cui io e mia madre abbiamo dato fondo alla nostra scorta di dvd di Una mamma per amica. che dolore. Arrivate all'ultima puntata dell'ultima stagione ci siamo guardate in faccia e ci siamo chieste "E adesso come faremo a sopravvivere?". coi dvd di Dawson's Creek, probabilmente, ma non sarà mai la stessa cosa.




    7. Femme fatale dei Velvet Underground



Little boy, she's from the street
before you start, you're already beat 
L'ho ascoltata tantissime volte, questo mese. The Velvet Underground & Nico, traccia numero 3. A ripetizione. per poi andare alla traccia numero 4: la splendida Venus in furs.

  8. Lettura in metrica delle Bucoliche di Virgilio


 altrimenti detto "giochino divertente per studenti sfigati", è l'unica cosa che adoro della preparazione dell'esame di latino. La cosa più bella è camminare avanti e indietro per il soggiorno, declamare ad alta voce e battere il ritmo schiaffeggiandosi una coscia a caso con le mani. Da lontano sembrerete un po' gli schutzen tirolesi durante le sfilate, ma pazienza: ne vale la pena.





   9. J.S.Bach, Clavicembalo ben temperato vol.2, fuga in Mi bemolle maggiore


(la fuga parte da 2:50)

E' forse la fuga più corale (o una delle più) del Clavicembalo ben temperato. Un capolavoro assoluto. Ogni volta che la suono, immagino un coro di vergini. Qualcosa di molto ellenistico, ecco. Spirituale, anche.

  10. La nuova aspirapolvere



se c'è una cosa che amo della nostra nuova aspirapolvere è il modo in cui fa incazzare il mio gatto. deve sembrargli una specie di enorme coleottero, tant'è che inizia a camminare come Scar nel Re Leone e a soffiare. si ferma davanti all'aspirapolvere e la minaccia di morte. fa quasi - e dico quasi - paura.







what about you? qual è la vostra top ten di febbraio? :)