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Marco Tagliaferri è un uomo di successo che ha ottenuto tutto dalla vita: una moglie bellissima, due bambini, molti soldi e uno studio legale ereditato direttamente dal padre. Gli manca soltanto un tassello per completare il mosaico del suo benessere personale: la fascia tricolore. Candidatosi a sindaco del suo paese, Marco inizia a intessere rapporti con uomini importanti, non tutti esattamente onesti, pur di aumentare le possibilità di essere eletto. Così, quando il suo amico giornalista Brachetti gli consiglia di accordarsi con Zanin, Marco accetta subito. Sa perfettamente che Zanin non è un uomo come tanti e che il suo nome è legato agli ambienti mafiosi del suo paese, eppure decide di rischiare. Si reca all’appuntamento col boss in un nightclub di sua proprietà e lì inizia la sua relazione d’affari con Zanin. E’ proprio da questa famigerata sera che ha inizio l’incubo. Irrimediabilmente affascinato dalla rossa cubista, non riesce a resistere quando, uscito dal locale sotto la pioggia scrosciante, la vede al ciglio della strada che gli chiede un passaggio. Da lì in poi, la vita di Tagliaferri non sarà più la stessa: un incidente d’auto, il corpo della ragazza lasciato in un fossato, la fuga disperata verso casa e il tentativo di cancellare ogni traccia. E proprio quando Marco pensa che ogni indizio legato a quella notte sia stato insabbiato, gli basta ascoltare un telegiornale per capire che tutto è irrimediabilmente compromesso: la ragazza è ancora viva e ha una storia da raccontare.
A metà strada tra il thriller e il noir, Nessun dolore è un romanzo originale non tanto nella trama quanto nella sua elaborazione. Marco Tagliaferri incarna l’ideale dell’uomo ambizioso che, quasi senza accorgersene, passo dopo passo, si ritrova invischiato in situazioni più grandi di lui dalle quali è impossibile uscire se non ammettendo le proprie colpe e mostrandosi al mondo coperti di fango. L’immagine del fango è costantemente presente nel corso del racconto e, come il lettore capirà presto, si fa metafora della sporcizia interiore che l’uomo accumula giorno dopo giorno. Più Marco tenta di sfregare via le macchie di fango dai vestiti, più questo gli s’incolla sulla pelle. Tuttavia neppure le spaventose visioni che iniziano a tormentarlo riescono a farlo capitolare: Marco non intende rinunciare alle sue ambizioni né alla fascia di sindaco. Disposto a tutto pur di conquistare il potere, mette a tacere la coscienza (allegoricamente rappresentata dal fantasma della ragazza uccisa) e continua a correre sulla strada del totale smarrimento di sé. E’ ravvisabile, nel romanzo,la presenza di una Giustizia superiore, oserei dire divina, che scandisce le vite e le morti dei personaggi. Ognuno di loro, infatti, è destinato a pagare una pena per le proprie colpe e il fato può rimandare una volta o due, ma alla fine costringerà Marco, Zanin e gli altri a pagare il fio delle loro azioni. Sconvolgente il finale a mo’ di post-scriptum che racconta ciò che accade ai margini della storia di Marco, concentrandosi dunque sulla figura di Brachetti. Questo finale costituisce quasi un racconto a sé, pur conservando lo stesso messaggio del resto del romanzo. La prosa di Riccardo Bruni è matura e ha già una sua identità stilistica. Non ci sono refusi di alcun genere e i personaggi, pur conservando tridimensionalità e spessore psicologico, non sono così invadenti da offuscare il messaggio che il libro vuole trasmettere. Il sottotitolo, Potere e fantasmi, è perfetto per un romanzo come questo, dove il potere la fa da padrone ma è irrimediabilmente ostacolato da fantasmi che, prima di essere spettri dal sapore gotico, sono innanzitutto le ombre delle azioni che abbiamo commesso, la loro traccia indelebile sulla nostra coscienza.
voto: ****,5/5
2 commenti:
Ma sai che mi hai incuriosita? Senza contare che anche la copertina è particolarmente d'impatto.
Credimi, è scritto benissimo. E per dirlo io che non amo i noir...
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