martedì 3 aprile 2012 | By: Unknown

Un uso qualunque di te - Recensione.

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Viola è in un letto, ma non è il suo. Al suo fianco, a dividere con lei le lenzuola, non c'è suo marito ma soltanto uno dei numerosi amanti coi quali tenta di riempire il vuoto che ha dentro. Ed è proprio mentre è in quel letto non suo che Carlo, l'uomo che ha sposato, le lascia uno strano messaggio nella segreteria del cellulare. Sono in ospedale, raggiungimi. Inizialmente, Viola non comprende: l'ansia le offusca la mente, la confonde. Si alza in fretta dal letto, cerca i vestiti e le scarpe, fugge dalla casa del suo amante come un gatto silenzioso. Perché Carlo è in ospedale? Cosa gli è accaduto? Ma, nel momento in cui raggiunge suo marito e lo ritrova lì, sano e salvo nei corridoi asettici dai muri bianchi, capisce: non è di lui che si tratta, ma di sua figlia Luce. In un attimo, il mondo crolla sulle spalle di Viola: la sua inadeguatezza di madre, la sua incapacità di restare al fianco di Carlo, l'uomo che l'ha sempre amata, sfilano davanti ai suoi occhi come scene di un film. Il film che è stata la sua vita sin dal momento in cui ha conosciuto Carlo, al liceo, per poi arrivare a Massimo, il primo uomo col quale l'ha tradito. E adesso che Luce è in ospedale, intrappolata in un letto a combattere contro la morte, il destino sta per riportare a galla un segreto che Viola ha cercato di seppellire nello scorrere incessante del tempo, ma che non ha mai potuto cancellare del tutto.


"Un uso qualunque di te" è un romanzo d'esordio, ma ha già in sé tutti gli elementi di un'opera matura e pensata. La scrittura di Sara Rattaro è molto particolare, carica di metafore e di splendide immagini che si susseguono pagina dopo pagina a un ritmo incessante al quale è impossibile sottrarsi. E' un torrente in piena, la scrittura di questa giovane autrice. L'unica parte del romanzo che mi ha leggermente delusa è la parte iniziale, quando Viola ricorda l'inizio della sua storia con Carlo. Ecco, si vede lontano un miglio che la scrittrice non crede che sia davvero amore, quello che Viola prova per il futuro marito, e questo emerge nel modo di raccontare la loro storia: storia che, in verità, suona scontata e scialba. Troppi cliché: basti pensare alla classica prima volta sulla spiaggia. In realtà, è proprio Carlo che non mi convince! è un personaggio anacronistico, una specie di poeta stilnovista che si ritrova catapultato ai giorni nostri senza capire esattamente come ci è arrivato. Non esistono, uomini come Carlo. Uomini che parlano come lui. Perfetti come lui. Ecco, questo non va. Tuttavia, la storia di Carlo è l'unica nota stonata di tutto il romanzo: per il resto, ho apprezzato molto la maestria con la quale la Rattaro ha saputo portare su carta il dolore, le sue fasi, la sua evoluzione. Il personaggio di Viola è intenso e carico di vita: lei è La Storia che regge il romanzo e, nella sua complessità, nelle sue incertezze, è in realtà l'unica donna veramente forte che incontriamo tra queste pagine. L'unica che, per amore, è disposta a tutto: anche a sacrificare se stessa.

In conclusione, non mi resta che porgere i miei complimenti a questa autrice. Cara Sara, la tua scrittura è poesia. Un po' più di attenzione alla caratterizzazione dei personaggi e sarai perfetta. E direi che rasentare la perfezione già col romanzo d'esordio è uno straordinario risultato.

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