voto: * * */5
"Ci voltammo dopo dodici passi, perchè l'amore è un duello, e ci guardammo per l'ultima volta."
Il primo aggettivo che mi viene in mente per questo romanzo è "sopravvalutato". E parecchio, anche. E' considerato un capolavoro del 900 mondiale, ma i veri capolavori sono altri, a mio parere. Andiamo con ordine: la trama. La trama è molto semplice: Sal Paradiso e Dean Moriarty su e giù per l'America tra autostop, prostitute, droga e simili. Mai un incidente d'auto (a parte una volta in cui finiscono in un fossato e tu pensi "Dai, che questa è la volta buona" e invece poi se la cavano con un graffietto, mannaggia). Ehi Jack, ascoltami un po': ma come minchia è che questi non fanno mai un incidente con tutte quelle porcate che bevono e fumano, me lo spieghi? A loro non capita mai nulla di tragico: secondo me, hanno il dono dell'immortalità.
Passiamo al concetto di donna in questo romanzo: la donna è solo, unicamente, necessariamente prostituta. Non ci sono alternative. Infine, lo stile: a parte alcuni momenti di pura poesia, il resto è solo un elenco di città americane in ordine geografico unito a pochi (grazie a dio) insopportabili e pretenziosi insegnamenti morali in chiave di sermone. Insomma, un mezzo sfacelo, caro Jack. Un lato positivo? Il fatto che tu, vecchio mio, sai come mettere addosso ai tuoi lettori un'assurda voglia di viaggiare. Non solo: gran parte della letteratura contemporanea esiste grazie a te. Questi due motivi si meritano una stellina a testa. La ragione per la quale ho aggiunto anche una terza stellina è solo il meraviglioso, lirico finale. Nient'altro.
P.S. Ma un cazzotto a Dean non l'ha mai dato nessuno? No, perchè io l'avrei già fatto da pagina 10.
1 commenti:
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