Yak Moses è un regista, ormai anziano, invitato a Santiago per una retrospettiva sul suo lavoro. Lo accompagna Ruth, l'attrice protagonista di molti suoi film con la quale ha un rapporto un po' fuori dagli schemi (lui la definisce "compagna", all'occasione "amante", ma più che altro "personaggio"). Nella stanza dell'albergo c'è la riproduzione di un quadro: una versione fiamminga del celebre tema iconologico della "carità romana" in cui la giovane Pero allatta il padre Cimone, chiuso in carcere e condannato a morire di fame. Il dipinto turba profondamente Moses perché gli ricorda una scena simile che sarebbe dovuta apparire in uno dei suoi primi film. Ruth, però, si rifiutò di girarla: l'avallo di Moses alla decisione dell'attrice causò la loro rottura con lo sceneggiatore, Shaul Trigano, la mente creativa dietro ai loro successi cinematografici (e all'epoca compagno della donna). A scuotere ulteriormente Moses c'è la scoperta che dietro l'organizzazione di quella rassegna c'è proprio Trigano, che presto li raggiungerà. Se il ritorno dello sceneggiatore ed ex amico sarà l'occasione per un'estrema, tardiva riconciliazione, la ricomposizione di un'unità artistica, oppure l'ennesimo scontro di una guerra senza fine, è una domanda a cui può rispondere solo un autore come Abraham Yehoshua.
- Malone muore - Samuel Beckett
"Ciò che rende maggiormente giustizia al vivace Malone - scrive Gabriele Frasca nella prefazione - è la domanda: com'è possibile che il cosiddetto "uomo medio" non si riconosca nei tronconi umani messi in scena da Beckett?". Malone è lasciato solo, nudo nel letto. Trema un po', vede e sente malissimo, non può muoversi da lì. E si dice: "L'essenziale è alimentarsi ed eliminare, se si vuole resistere". Aspetta di morire, e nell'attesa tenta di ordinare i pensieri ma è un continuo cavillare: non sa decidersi se passare il tempo che gli resta inventando storie o facendo l'inventario delle cose che possiede. Intermedio tra Molloy e L'innominabile, Malone è l'evoluzione di tutti i personaggi delle opere di Beckett e quando muore se li porta dietro all'unisono, compreso l'autore e la sua vena letteraria. Tanto che gli occorrerà un anno per tornare alla narrativa (ma prima scriverà Aspettando Godof). Malone muore è la transizione dal romanzo tradizionale a quello "beckettiano". E, come conclude Frasca nella prefazione, "Malone muore, alla fine del libro, e noi con lui; ma si risorge tutti".
Nel 1944 un romanzo, ambientato esattamente tre secoli prima, precisamente nell’Inghilterra del 1644, scosse la società americana. Il romanzo fu vietato in 14 stati americani per i suoi numerosi riferimenti a rapporti sessuali, gravidanze illegittime, aborti ecc. Nella forma di un romanzo storico, camuffato da romanzo d’appendice, camuffato a sua volta da romance, si raccontava la storia di un’eroina, Amber St Clare, orfana abbandonata di nobili natali, che non esita a usare la sua bellezza e il suo fascino per farsi largo in un mondo a lei estraneo. Quello che infastidiva soprattutto i puritani giudici americani degli anni Quaranta, e la Chiesa cattolica che la bollò di indecenza, era che Amber St Clare rompeva gli schemi dell’eroina dei romanzi d’appendice, in trepida attesa del principe azzurro, per delineare l’inaspettato ritratto di una donna intraprendente, spregiudicata che non esita a fare libero uso della sua sessualità e della sua astuzia per raggiungere i suoi scopi. Che cosa è, infatti, una donna che, nell’Inghilterra del Seicento in cui infuria la guerra civile, viene abbandonata appena neonata e adottata da una famiglia di contadini; a sedici anni rifiuta di sposare un contadino e fugge a Londra dopo aver conosciuto in una locanda Bruce Carlton, un militare di nobili origini di cui si innamora e dal quale ha un figlio; finisce in carcere, dove incontra il bandito Black Jack che la prende sotto la sua protezione e le insegna a rubare; diviene l’amante di un ufficiale che la fa assumere come attrice da una compagnia teatrale, dove alcuni nobili e persino Re Carlo II rimangono affascinati dalla sua bellezza; sposa Radcliffe, un nobile che le offre finalmente la posizione cui lei aspira; rimane vedova e diventa l’amante del re; vive a corte insieme al bambino, il figlio suo e di Bruce; viene scacciata dal re e decide di seguire Bruce Carlton in America, terra di avventura e di nuovi orizzonti?
- Sessantanove - Cinzia Bomoll
Torino, 20 luglio 1969. Rosa si aggira per le strade di una città deserta, nella notte in cui gli occhi di tutti sono puntati sulla diretta tv di Tito Stagno. È un senso di estraneità al mondo che la spinge a vagare sul filo dei suoi pensieri di anima sradicata. Ha solo quindici anni ed è scappata da un piccolo paese del sud per lasciarsi alle spalle un brutto scandalo. La notte dello sbarco sulla Luna, Rosa incontra Corrado, un giovane fascista che sta per consolidare le sue ambizioni di ricchezza: a breve, infatti, sposerà Olimpia, la figlia di uno dei più potenti industriali piemontesi. La passione istantanea che lega Rosa e Corrado è frutto del contrasto: per il giovane dal "cuore nero", che vive ossessivamente il suo ideale di onore, quella ragazza ignorante e sbandata che è Rosa, esercita un'attrazione irresistibile con cui sporcare voluttuosamente il suo rapporto con Olimpia. Ma niente è come sembra in questo romanzo che oltre a mettere in scena la storia di due ragazzi in fuga dai propri traumi, offre un affresco del nostro Paese in un periodo particolarmente intenso della sua vita.
- Hotel du lac - Anita Brookner
Edith Hope è una scrittrice di narrativa romantica che ha sempre cercato di preservare la sua personalità schiva e, a un tempo, fiduciosa. Possiede una casa, paga le tasse, consegna i suoi dattiloscritti molto prima della scadenza, non si vanta del suo rango. È, insomma, una donna seria e con una certa esperienza, e tanti suoi amici, soprattutto quelli che rilevano la sua straordinaria rassomiglianza fisica con Virginia Woolf, lo sanno. Eppure Edith non ha potuto evitare il malaugurato evento che l'ha condotta a un temporaneo esilio nelle stanze dell'Hotel du Lac, il dignitoso albergo svizzero dove benestanti e discreti e rispettati clienti si rifugiano credendo di vivere un'altra e più nobile epoca del turismo. A un passo dall'altare dove Geoffrey Long, un uomo cortese e altrettanto assennato, l'aspettava per metterle al dito l'anello che le avrebbe offerto un'appagante vita coniugale e lussi che lei, non più tanto giovane, non avrebbe mai potuto pensare di concedersi, Edith è scappata. Un gesto da ragazzina sconsiderata per Penelope e la sua cerchia di amici più intimi. Un gesto inevitabile per lei. Autrice di ardenti storie d'amore e amante clandestina di David, un uomo sposato, Edith sa che struggersi per qualche straordinaria prova d'amore, per una grande passione, per un amore al quale si può volentieri sacrificare tutto, è qualcosa che lascia dolorosamente soli e incapaci di prendere altre vie. La fuga da Londra e il soggiorno nell'austero albergo sul lago in mezzo a malinconici cipressi non sono, tuttavia, soltanto una meritata punizione. Sono anche un'occasione per riprendersi la propria libertà e riassaporare il gusto di osservare il prossimo con occhio da scrittrice. Nel vetusto albergo non mancano, infatti, personaggi interessanti: innanzi tutto, la signora Pusey e la figlia Jennifer, donne che offrono l'opportunità di sperimentare con piacere il contatto con una specie aliena, perché nel loro felice desiderio di conquistarsi la simpatia di tutti Edith percepisce un'avidità, una grossolanità, un ardore a lei del tutto ignoti; poi il signor Neville, un uomo garbato, elegante col suo panama e la giacca di lino, e un volto settecentesco, fine, discreto, con labbra ben modellate e una sfumatura azzurrina di barba appena visibile sotto la pelle dal colorito sano. Un uomo probabilmente spietato, e per questo... appropriato.
- Mildred Pierce - James M. Cain
Nel 1941, subito dopo essersi affermato, il noir rivolse le sue armi contro se stesso – con questo libro, che alla ferocia del genere assomma quella, anche più implacabile, del mélo. Fino alla sua uscita, le dark lady di innumerevoli romanzi (e di altrettanti film) usavano la seduzione per condurre qualsiasi maschio capitasse loro a tiro a forme di distruzione spesso molto peggiori della morte. Ma qui Cain – che di quelle storie aveva già scritto uno degli archetipi più potenti e imitati, Il postino suona sempre due volte – va molto oltre. Con le sue letali sorelle Mildred Pierce ha in comune il carattere, la capacità di andare dritta allo scopo – peraltro rispettabile, e cioè raggiungere un qualche benessere, nell’America della Grande Depressione – e un fondato scetticismo nei confronti del genere maschile. Sul quale infatti trionfa, salendo uno alla volta tutti i gradini di un successo insperato, per una casalinga californiana malamente abbandonata dal marito. E in effetti niente sembrerebbe poter fermare l’ascesa di Mildred: niente, se non la sua immagine rovesciata, sua figlia Deva, la creatura forse più demoniaca di tutta la narrativa nera.
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