sabato 28 gennaio 2012 | By: Unknown

Il segreto del libro proibito - Recensione.

Photobucket

"Tuttavia, il mio fine ultimo non era trovare il Libro Oscuro ma scoprire i dettagli della vita segreta di mia sorella. Quella cosa raccapricciante proprio non m'interessava. Miravo solo a scoprire chi o cosa aveva ucciso Alina, e vederlo morto o vederla distrutta. Poi sarei tornata a casa nella mia piacevolmente provinciale cittadina nel bel mezzo del nulla, nell'afosa Georgia meridionale, e avrei dimenticato tutto."

(Il segreto del libro proibito, Karen Marie Moning)

MacKayla, abbreviato semplicemente in Mac, è una veggente sidhe ed è una delle poche persone in grado di riconoscere gli Esseri Fatati e di non farsi trarre in inganno dal loro fascino crudele. Ma facciamo un passo indietro: torniamo a quando Mac non sapeva di essere una veggente, e festeggiava la sua prima volta a casa da sola dopo la partenza dei suoi per una crociera. Mac è in piscina - perchè vive in un'enorme villa in mezzo al nulla, nella calda Georgia - ascolta musica a tutto volume dall'ipod e a un certo punto...puff, il cellulare le cade nell'acqua. Va bene, pazienza, che sarà mai? Mac non sa che, in realtà, proprio mentre il suo cellulare galleggia sulla superficie azzurrognola della piscina, sua sorella Alina - trasferitasi tempo addietro a Dublino per frequentare il Trinity College - sta cercando di mettersi in contatto con lei, disperata. Qualcuno sta attentando alla vita della sua amata sorella, ma Mac non ne ha la più pallida idea, fino a quando una telefonata sul cordless di casa non fa crollare il mondo della ragazza: Alina è morta. Qualcuno l'ha uccisa, in quella Dublino verde e nuvolosa che Mac non ha mai visitato. Qualcuno le ha portato via sua sorella. E quando, con un po' di fortuna, Mac riesce a recuperare la scheda del suo telefono annegato in piscina, trova, tra gli ultimi messaggi vocali, un ultimo di sua sorella. "Dobbiamo parlare, Mac. Ci sono tante cose che non sai. Mio dio, nemmeno sai chi sei!" urla la voce di Alina, resa elettrica dal cellulare e da altri, inquietanti suoni ai quali Mac non riesce a dare un nome. Che cosa voleva dire Alina, con quel suo ultimo messaggio? Chi l'ha uccisa? e, soprattutto, chi è Mac?


Ho letto questo libro interamente in treno, in due o tre Bari-Mola, Mola-Bari. Non è male, sul serio. E' leggero, a volte persino spassoso e...sì, okay, non è alta letteratura, ma va benissimo per trascorrere qualche ora piacevole. Sorvoliamo sul fatto che ogni volta che leggevo "Mac" mi veniva in mente Steve Jobs. Del resto, mi sono divertita inseguendo la protagonista nei meandri di Dublino - città nella quale ho vissuto per tre settimane e che, mio malgrado, mi è rimasta nel cuore - e ho odiato profondamente gli Esseri Fatati, tutti quanti. Ma chi si credono di essere? bah. per concludere, consiglierei questo libro soprattutto ai più giovani o a chi, come me, ha tante ore di treno da spendere in una lettura carina e non troppo impegnativa. Il mio voto? Un più che discreto tre su cinque.

0 commenti:

Posta un commento