Juliet ha aspettato per anni questo momento, e non sta più nella pelle. Gli scatoloni sono finalmente pronti: piatti, posate, tovaglie, sedie, quadri...tutto imballato: la nuova casa, il nido d'amore che Juliet ha sempre sognato per lei e il suo ragazzo Simon è lì che l'aspetta. Sembra tutto perfetto, a partire dall'indirizzo dell'appartamento: Lovelace Avenue, Gipsy Hill, Londra. Dopo anni trascorsi a condividere una casa angusta con l'amica Hanna (affascinante, splendida, statuaria, diciamo pure un po' stronza), la giovane coppia è pronta per il trasferimento. Ma, come in tutti i sogni che si rispettino, c'è qualcosa che non quadra. Se è davvero tutto così perfetto, perchè Simon sembra ormai essere preda di atroci dubbi riguardo il suo rapporto con Juliet? E perchè, in un momento d'intimità con la sua amata, dalle labbra di Simon sfugge proprio il nome di Hanna? Il mondo sembra crollare sulle spalle di Juliet: proprio adesso che il trasferimento è quasi completato, proprio adesso che all'orizzonte brilla la luce di una nuova vita di coppia, proprio adesso...tutto si rovina e Juliet, con orrore, scopre che Simon l'ha tradita proprio con la sua migliore amica, Hanna. Cosa accadrà adesso? E che ruolo avrà, nella sua nuova vita, un antico libro che sua nonna Violet le ha affidato prima di morire e che sembra contenere non solo i segreti della perfetta casalinga, ma anche le radici del passato di Juliet?
Ho adorato questo romanzo: magari è capitato al momento giusto, o magari è splendido così com'è...fatto sta che l'ho amato e divorato. Amy Bratley scrive in modo meraviglioso, scorrevole e limpido; non si perde in giochi di parole e sa far divertire i lettori con dei lampi d'arguzia che lasciano davvero a bocca aperta. Ciò che mi ha colpito particolarmente, inoltre, è la dorata atmosfera "casalinga" (se così si può dire) che si respira dalla prima all'ultima pagina del romanzo: la Bratley è in grado di evocare il profumo delle torte che cucinava la nonna (mia nonna, non solamente quella di Juliet), lo scorrere dell'ago sulla stoffa che presto diventerà un grembiule, il profumo della cera sui mobili...il tutto condito da una punta di nostalgia che fa provare persino a noi, figli del duemila, il desiderio di vivere, anche solo per un giorno, nella Londra degli anni '50 nella quale ha vissuto nonna Violet. Che dirvi...vi consiglio caldamente questo romanzo perchè vi divertirà, ma sarà anche in grado di commuovervi.
Ho adorato questo romanzo: magari è capitato al momento giusto, o magari è splendido così com'è...fatto sta che l'ho amato e divorato. Amy Bratley scrive in modo meraviglioso, scorrevole e limpido; non si perde in giochi di parole e sa far divertire i lettori con dei lampi d'arguzia che lasciano davvero a bocca aperta. Ciò che mi ha colpito particolarmente, inoltre, è la dorata atmosfera "casalinga" (se così si può dire) che si respira dalla prima all'ultima pagina del romanzo: la Bratley è in grado di evocare il profumo delle torte che cucinava la nonna (mia nonna, non solamente quella di Juliet), lo scorrere dell'ago sulla stoffa che presto diventerà un grembiule, il profumo della cera sui mobili...il tutto condito da una punta di nostalgia che fa provare persino a noi, figli del duemila, il desiderio di vivere, anche solo per un giorno, nella Londra degli anni '50 nella quale ha vissuto nonna Violet. Che dirvi...vi consiglio caldamente questo romanzo perchè vi divertirà, ma sarà anche in grado di commuovervi.
0 commenti:
Posta un commento