in uscita per Butterfly Edizioni
In origine era il regno di Lothoryel, governato da Nodeon-fel e sua moglie Zabel. Le guerre erano un ricordo lontano, ormai, e i due sovrani amministravano il loro territorio con amore e senso della giustizia, finché una magia potentissima e nera non si abbatté sul regno, assediandolo e distruggendolo proprio nel giorno in cui la regina dava alla luce i suoi tre gemelli, gli eredi al trono. Morirono tutti, sovrani compresi: soltanto i tre piccoli si salvarono grazie all'aiuto provvidenziale di una maga, Moa. Quest'ultima, che era a conoscenza della profezia riguardante i tre eredi, li affidò a tre diversi uomini e li separò tra di loro.
Quindici anni dopo, i tre fratelli vivono divisi l'uno dall'altro, hanno ognuno la propria famiglia e non sanno nulla delle proprie origini né del proprio legame con l'ormai distrutta Lothoryel. Rael è una ragazza forte, determinata, rossa di capelli come il re. Aliseo è diventato un cacciatore e vive con suo padre a Edwin. Valian, infine, è il più impulsivo ma forse anche il più coraggioso dei tre. Il giorno del loro quindicesimo compleanno, tutti e tre ricevono dai loro genitori adottivi una lettera firmata da Moa e risalente alla terribile notte della distruzione di Lothoryel. In essa, Moa informa ogni gemello dell'esistenza degli altri due e li invita a partire per riconquistare il loro regno e vincere definitivamente il Nemico. Il Nemico, tuttavia, non ha un nome né un volto: come combattere qualcosa che non si conosce e che non si sa neppure quando e da dove giungerà?
Lothoryel - La profezia dei tre gemelli è un romanzo intelligente, ritmato, immerso in un'atmosfera gotica che affascina e conquista il lettore, pagina dopo pagina. La struttura narrativa, di per sé complessa, è ben tenuta da una scrittura lineare e scorrevole che permette a chi legge di orientarsi tra i personaggi e i luoghi della vicenda. L'intreccio ha un'impostazione triadica: Rael, Aliseo e Valian sono i tre protagonisti del romanzo e ognuno di loro conduce la propria vita. Le loro storie inizieranno ad incontrarsi soltanto a partire dalla seconda metà del romanzo quando, ormai venuti a conoscenza della loro vera identità, intraprenderanno il viaggio di ritorno a Lothoryel.
A questo proposito, ho trovato molto interessante il regno e la descrizione che ne è stata fatta. Si tratta di un territorio distrutto, cupo, ricoperto dalle macerie: tutto fa pensare ad un racconto gotico di fine Ottocento. L'operazione di rimodernamento compiuta dall'autrice, infatti, è ben pensata ed efficace.
Ho apprezzato molto anche le figure dei tre gemelli che, ben lungi dall'essere i classici eroi delle fiabe, hanno i loro difetti: sono impulsivi, talvolta quasi arroganti, talvolta troppo insicuri o inesperti del mondo, ed è giusto che sia così, dato che hanno soltanto quindici anni. Come di rado accade, ho letto un fantasy in cui gli eroi non sono mere figure bidimensionali in un'illustrazione dai colori pastello ma sono vivi, realistici, umani.
Infine, la scrittura della Spisso è degna di nota per la sua fluidità, per la mancanza di "inciampi", per la perfetta gestione dei tempi narrativi: l'inizio, la parte centrale e la battaglia finale sono ben calibrate e nessuna delle tre parti prevale sull'altra. Il romanzo, dunque, promette bene: non a caso, è il primo di una serie fantasy che, visti i presupposti, sarà sicuramente degna d'attenzione.
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