Diciamo che sono sempre stata una capra, al pianoforte. Sono al decimo anno di conservatorio (vecchio ordinamento) e questi dieci anni mi hanno portato gioie e dolori. Le più grandi gioie. Un grande amore. Diversi grandi dolori. Whatever. Comunque non sono affatto una pianista degna di nota, e non lo dico per modestia: sono una capra sul serio. So quando so fare una cosa e so anche quando non la so fare. Rimandero' il diploma in eterno, lo so già, finirò in ultra-fuoricorso ma il fatto è che per anni ho detestato il pianoforte. L'ho detestato perché suonarlo mi ha letteralmente cambiato la vita, perché per "colpa" sua ho vissuto esperienze che non avrei mai voluto vivere, perché sono successe tantissime cose in questi dieci anni e alla fine ho detto "ehi, pianoforte di merda, io ti odio". Ma, come diceva il mio primo fidanzato (era il 2007, long time ago), l'odio non è il contrario dell'amore: l'indifferenza lo è. Fino a quando odi qualcosa, la stai ancora amando. E così oggi mi sono detta: okay, ora suono. Non studio: suono soltanto. Ho accantonato per un giorno tutti i pezzi del diploma e ho preso tutti i miei brani preferiti, tutti i pezzi più importanti della mia intera storia pianistica. Roba non troppo complessa, pezzi che potessi suonare senza smadonnare. Ho iniziato dalla Sonatina 1959 di Kachaturian, il mio pezzo preferito in assoluto. Tre movimenti, di cui il secondo straripa di poesia dolcissima. È incredibile la memoria delle mani: non suoni un pezzo per anni, neanche sapevi di ricordarlo eppure lo trovi lì, intatto, e le tue dita sanno esattamente cosa fare e dove andare. Il terzo dei pezzi facili di Bach. Sherazade dall'Album della gioventù di Schumann. Il n.18 dalle Romanze senza parole di Mendelssohn (stanza n.27 del conservatorio, un mercoledì lontano, ore 18, le finestre aperte e una pioggerellina di primavera che bagna i vetri). La sonata op.27 n.2 di Beethoven. Ricordavo tutto e ogni nota era una gioia macchiata di dolore, un dolore macchiato di gioia. Perché sempre, ogni volta che ho visto un pianoforte entrando in una stanza, ho provato ciò che si prova quando si incontra un amore perduto: quella nostalgia pungente, il pensiero che fino a qualche anno fa quel dolore era amore, era un passeggiare mano nella mano e poi chissà cosa n'è stato di noi. Presto o tardi mi diplomero' e lascerò per sempre il conservatorio. Che cosa resta di un amore? Chissà. La certezza che non tornerà più, forse. La malinconia sottile di un pezzo di Mendelssohn quando fuori piove ed è un mercoledì di tanti anni fa che però ricordo. Eccome se ricordo. Ancora.
for well-mannered guys
Servizi editoriali
Oltre a scrivere sciocchezze su questo blog, ho anche un lavoro serio. Se avete scritto un libro oppure lo state ancora scrivendo, se avete soltanto un'idea, se avete già pubblicato ma non siete convinti del vostro lavoro... ecco i miei servizi editoriali. QUI potrete trovare tutte le info e i prezzi, nonché il mio CV, una galleria delle cover dei libri che ho curato e le recensioni dei clienti.
OFFERTA DEL MOMENTO: Lettura inediti con scheda di valutazione al 15% di sconto con consegna entro 6 giorni lavorativi
#SummerChallenge 2016
Partecipate anche voi alla Summer Challenge 2016! 45 sfide, 45 modi insoliti e divertenti di trascorrere l'estate. QUI trovate l'elenco delle sfide. Per partecipare è sufficiente stampare la lista e attenersi alle regole. Se volete condividere con me i risultati della vostra challenge, taggatemi su qualunque social vogliate aggiungendo #SummerChallenge. In bocca al lupo! :)
Sostieni il blog
Followers
Tumblr
YouTube
Post più popolari
-
Il tatuaggio più economico sul mercato: penna Pilot. Rubata a mamma, tra l'altro.
-
Tanto tempo fa, nel lontanissimo 2013, mentre ero in vacanza in montagna e camminavo per le vie di Bressanone, scovai questo meraviglioso ar...
-
Un fiore d'ombra Debora De Lorenzi Butterfly Edizioni "Morirò per darti la vita e la libertà che meriti, morirò pe...
-
Link d'acquisto TRAMA: La fine del '700: il Grand Tour del giovane barone borbonico Francesco Antonio si trasforma in u...
-
Per qualche giorno non ho scritto nulla, principalmente perché non ne ho avuto il coraggio. Con tutto ciò che sta succedendo nel mondo, biso...
-
Spesso pensiamo alla Storia come a una noiosissima disciplina da studiare a scuola oppure, bene che vada, all'università. In realtà, mi ...
Blogroll
-
-
-
-
Dunuts2 giorni fa
-
-
Hello world!5 mesi fa
-
Al crepuscolo4 anni fa
-
-
2008 – 20195 anni fa
-
Editor’s Letter6 anni fa
-
-
Caro Holden ti scrivo8 anni fa
-
-
Un etto di silenzio - Racconto.
Nel vagone della metro non rimaneva più nessuno; solo lei. Vent'anni meno un giorno, troppe mentine triangolari ricoperte di zucchero e una gonna blu a pieghe. Passata Bayside restavano solo il capolinea, Howth, il mare. Un etto di silenzio tagliato sottile dal rumore laminato delle rotaie. E così era tutta lì, la vita adulta. Anni e anni passati a domandarsi come sarebbe stata ed era tutta lì, nell'ultima corsa della metro. Tara St.-Howth, poco dopo la mezzanotte. La vita adulta era stare seduta per venticinque minuti sul sedile verde di plastica e guardare fissamente un punto qualunque oltre il finestrino. Tornare a casa dopo tante ore di frittura fin dentro i capelli e pochi euro in più, tanto per prendere l'ombrello di plastica trasparente da Penney's. E poi c'era stato lui che stava nella sua vita come una citazione colta in un racconto: ingombrante. Magro era magro, ma è che aveva un ego che ti abbracciava tre volte allacciandoti con braccia lunghissime e lei, beh, non ce la faceva. E i vent'anni avevano smesso di minacciarla, pure. Ora stavano lì, inerti, cullavano gli scompartimenti della metro, accompagnavano lei nei fumi del fast-food e poi sui binari fino a casa. E c'era il mare oltre la stazione, i tetti, da qualche parte impigliato tra le ali dei gabbiani. È solo che non c'era tempo per vederlo. Ancor meno per ricordarsi che era lì, che c'era sempre stato.
(BC - Riproduzione riservata)
A calci nell'orecchio
E così oggi mi sono presa una ginocchiata in faccia e nell'orecchio destro. Che avrò fatto di male? Oh nulla, ero in autobus e leggevo Hunger games. Accanto a me c'era un ragazzo con un evidente ritardo mentale, lasciatemi dire le cose come stanno che i fronzoli democristiani non fanno per me. I cari compari del pullman, gente adulta che si batte per non dire "handicappato" - è offensivo! - ma "diversamente abile", quella stessa gente lo spingeva a ballare e a cantare, ridendo a crepapelle per i suoi movimenti goffi. Uno di quei movimenti goffi si è schiantato contro la mia faccia. Sorvoliamo sul dolore tremendo all'orecchio che ho ancora: loro hanno riso. Tutti a ridere. Giù risate come fossimo al cinema a vedere Bisio e non mi fossi presa una ginocchiata gratis che poteva danneggiarmi seriamente. "Mo l'ada accid la wagnedd" ha detto uno. I ragazzini. I trentenni. Le sciacquette col viso truccato da bambola. Teste vuote. Siamo caproni. Bestie. Millenni di progresso, di storia, di guerre perdute e vinte, di dolori, di morti, di rivoluzioni, di bandiere, di statuti, di leggi, di religioni, e poi. Poi questo. L'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Dio doveva essersi fatto due birrette di troppo, quel giorno.
1934 di Alberto Moravia
Vado fiera della mia personale libreria, principalmente perché molti libri sono ormai introvabili o fuori catalogo o dimenticati dai lettori. Non sono tipo da classifica. Se un libro è in classifica, al 90% dei casi aspetterò che sia passato di moda per leggerlo. Non mi piace leggere ciò che leggono tutti perché non mi piace pensare ciò che tutti pensano e noi, si sa, siamo ciò che leggiamo. Fatta questa premessa snob, ve lo dico: leggete 1934 di Moravia. Che roba è? È roba forte. Inizia come Mann, continua come Svevo, esplode nell'ultima parte come Pirandello in un crollare di maschere e identità e cupa disperazione. Nel finale, il dialogo tra il protagonista e Shapiro è di una genialità disarmante. Finché c'è disperazione c'è vita, non le pare? I guai cominciano con la speranza. In questo libro Moravia inietta uno spirito che, più che italiano in senso stretto, è profondamente mitteleuropeo (non a caso ho citato Svevo). La crisi identitaria che è alla base del romanzo riecheggia proprio la Mitteleuropa, geograficamente e politicamente instabile, confusa, sospesa tra diverse identità e nessun vero "Io sono". Il romanzo è ambientato a Capri, ma è come se non fossimo veramente lì. È Capri, ma dardeggia il fantasma di Trieste. Bealte è Trude, Trude è Bealte e nessuna delle due è se stessa eppure sono un unicum. E poi c'è Sonia, ex rivoluzionaria che porta incisa nelle rughe l'utopia irrealizzabile del "mondo bello". E c'è tanto, tantissimo altro. E dovreste leggerlo. Vi prego. Mollate 50 sfumature e tutte quelle porcate. Questo è un vero romanzo erotico. La senti, la tensione che attraversa le pagine. La percepisci in punta di carta. Leggetelo. Poi tornate qui ché ne riparliamo.
(Dis)connessa (e una domenica a Trani)
Log out: espressione meravigliosa. Log out da Facebook. Il mio profilo è sempre lì ma non sto postando assolutamente nulla. Soprattutto, non sto più leggendo la valanga di idiozie che erano ormai solite farmi compagnia in ogni giorno della mia vita. Finalmente si respira aria pura e poi, dio mio, Twitter è molto meglio. Veniamo a noi. Non riesco a trovare il tempo per parlarvi delle mie ultime letture (qualche gran cagata e molti libri interessanti) ma lo farò presto, giuro. Intanto vi lascio le foto di domenica: un'intera mattinata trascorsa a Trani con Alessio. Tra le altre cose, abbiamo dato da mangiare a gabbiani agguerriti (si veda Gli uccelli di Hitchcock), abbiamo giocato sulle giostrine, mangiato zeppole e visto la cattedrale. Memo: comunicare ai tranesi che dovrebbero piazzare in giro qualche cartello illustrativo che segnali di che opera stiamo parlando. Non per fare i soliti discorsi scemi, ma in altre città d'Italia ti segnalano persino roba del tipo "su questa panchina si è seduto Mozart. UNA SOLA VOLTA". Voi avete uno spettacolo di cattedrale e non c'è nemmeno un cartello che spieghi che cosa c'è dentro, succorpo compreso.
P.s. alla fine del post troverete anche delle foto dell'ultima mangiata al ristorante cinese di largo Ciaia. Che roba, ragazzi. Io amo i Cinesi. Li amo con tutto il cuore.
About Me
I miei libri
2016 Reading Challenge
Mi trovate anche..
Labels
- #iopenso (79)
- #lettiinpigiama (1)
- a walk to remember (1)
- amazon (39)
- americana (2)
- anteprime (63)
- arte (4)
- autori self (25)
- blogtour (5)
- books (5)
- booktrailer (5)
- Butterfly Edizioni (17)
- christmas (1)
- cia (1)
- cinema (27)
- cinema americano (3)
- comunicazioni scuola-famiglia (10)
- concorsi (2)
- contest (2)
- delos books (1)
- design (2)
- diario di bordo (16)
- dunwich (1)
- ebook (44)
- edizioni anordest (4)
- edizioni bignami (1)
- effequ (1)
- english books (5)
- eventi (4)
- facebook (5)
- fantasy (6)
- fanucci (6)
- fashion (2)
- friends (5)
- Giunti Y (15)
- giveaway (3)
- how-to-do-what? (1)
- i piccoli grandi successi del blog (4)
- il fiume scorre in te (4)
- il ponte delle spie (1)
- il tesoro di natale (1)
- in my brainbox (1)
- In my kindle (22)
- in my mailbox (10)
- inspirational pics (5)
- interviste (1)
- ioleggoself (21)
- Irlanda (1)
- kindle (24)
- leggereditore (7)
- les etrangers (1)
- Les Flaneurs Edizioni (1)
- letti in pigiama (1)
- libri (194)
- libri di B. (11)
- literary outfit (1)
- livres français (1)
- logokrisia (1)
- makeup (3)
- milena edizioni (1)
- mini-recensioni (2)
- moda (17)
- musei (1)
- musica (34)
- mystery (1)
- Nord (1)
- not so private (125)
- piemme (1)
- playlist del lunedì (3)
- poesia (23)
- poesie di B. (6)
- Premio Strega (1)
- racconti di B. (13)
- recensioni di B. (72)
- romanzi erotici (15)
- scrittori (54)
- scrivere (56)
- self (24)
- social (29)
- Sperling&Kupfer (1)
- spie (1)
- spielberg (1)
- spy story (1)
- TBR list (1)
- teatro (2)
- telefilm (8)
- thriller (2)
- timecrime (1)
- tom hanks (1)
- top 10 (2)
- tumblr (2)
- universitàboia (11)
- usa (2)
- viaggi (24)
- visioni fuggitive (22)
- vita di B. (57)
- waiting room (5)
- What I've learned from (1)
- what's in my screenshot (1)
- youcanprint (10)
- youtube (1)