Il primo post dell'anno è un post dal cellulare scritto in tutta fretta tra una pagina di Storia del Cristianesimo e l'altra perché non ho più il tempo nemmeno per respirare ma meglio così. La verità vera è che adoro essere costantemente impegnata e sì, è stressante, ma mi fa sentire viva. Di fronte ho Sara che studia una roba urbanistica della quale non capisco nulla ed è assurdo che dopo tanti anni siamo ancora qui a fare i compiti insieme come alle elementari, quando ogni lunedì erano testi d'italiano ed espressioni alle quattro del pomeriggio, poi i giochi e la merenda. Quella volta che pensavamo ci fossero i ladri in casa. Quell'altra volta in cui andammo in soffitta a provarci le scarpe del matrimonio di sua madre. Siamo amiche da così tanto tempo che siamo sorelle, ormai. Ha letto le mie prime storie - te lo ricordi, Le fermate del treno? - che erano sempre sceneggiature di film e mai romanzi. Quando facevamo gli incantesimi di witch e di Isa e Bea. Tuo fratello e i Power Rangers (si scrive così?). Anni. Vite. E l'auto che ci porta in centro a fare shopping è la stessa di quando eravamo piccole e giocavamo all'astronave. Affinché tutto cambi, niente deve cambiare (Machiavelli, what a genius).
Vado, allora. Vado ché ho tanto da studiare e se faccio ancora qualche altro ticchettio coi tasti è la volta buona che Sara ha un esaurimento nervoso (o che l'ho io).
P.s. il 4 gennaio Il fiume scorre in te ha compiuto quattro anni. Auguri a lui e a me (look at the picture).
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