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Io e Luci, stazione Bari Nord, luglio 2013 |
Primo settembre. In passato, quando scrivevo su un blog che sentivo molto più mio di questo, dedicavo sempre un post al primo giorno di questo mese. L'inizio dell'autunno, dio, l'ho sempre amato. E' per l'odore. Quell'odore di foglie e asfalto umido, di aria che cambia, di vento. Lo sfrigolare dell'attesa. Improvvisamente mi vien voglia di studiare (oddio, non troppa) e ripenso agli anni del liceo, al mio svegliarmi ogni mattina nel freddo solo per pensare Voglio impiccarmi, tutti quegli anni, eppure ne è valsa la pena. Di viverli (di farmi vivere, anche, giusto un po'). E adesso è di nuovo settembre, non ho scuole da ricominciare ma solo un progetto da continuare, un ostinato andare avanti, e pregare dio ti prego dammi la pazienza dammi la saggezza la calma l'ipocrisia necessarie. Il mio latino, la mia grammatica, la mia letteratura italiana II. La tesi che si avvicina e mi sembra ieri quella mattina bollente dell'iscrizione, il numero di matricola che contiene le date di nascita di mia madre e mia sorella, in coda alla segreteria di facoltà, quando a un certo punto sono quasi svenuta e mi hanno regalato un cornetto bauli. Ma sono passati due anni. Ascolto una
playlist ben congegnata su Rookie e penso al White Russian di ieri, agli occhi di Sergio mentre diventavano lucidi (non bevete mai vodka sulla ricotta forte), al suo outfit total grey ma era sempre meglio dei pantaloni verdi di giovedì, a quanto possa passare il tempo ma noi siamo giovani, ancora, e
"si rimane giovani solo se lo si è stati", diceva Pavese. Penso anche a
Spring Breakers (Harmony Korine 2012), alla meravigliosa scena in cui James Franco suona
Everytime e tutta quella dolcezza e tutta quella violenza in un film che è un ossimoro colorato e sì, decisamente ne parlerò nel mio prossimo post su P
rudence.
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Siri Tollerod in un servizio per Vogue Italia di chissà quanti millenni fa
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Sono di un umore variegato, un po' dolce marmorizzato un po' Alpenliebe latte&menta. Questa sera io e Marzia eravamo alle panchine e dei bambini in bicicletta si sono fidanzati con noi. Ora, non so spiegare esattamente come sia successo. So solo che hanno iniziato a dichiarare il loro amore (e a dire molte altre cose sentite da chissà chi e delle quali, santoddio, non capivano assolutamente il significato) e se ne sono andati tutti contenti gridando di essersi fidanzati. Felici loro, felici tutti. Dovrò trovare le parole per dire a Sergio che da oggi sto con un altro.
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